David Bromberg

David Bromberg

Per il padrino del genere “Americana”, David Bromberg, tutto cominciò con il blues...

 

“Non cesseremo di esplorare, e la fine della nostra esplorazione sarà quando saremo arrivati dove abbiamo cominciato e conosceremo il luogo per la prima volta” – T. S. Elliot

“Ci sono solo due tipi di musica: ‘The Star Spangled Banner’ (l’inno nazionale degli Stati Uniti d’America) e il blues” - Willie Nelson citando il celebre violinista Johnny Gimble.

Per il padrino del genere “Americana”, David Bromberg, tutto cominciò con il blues.

Il suo incredibile viaggio dura da cinquantacinque anni e include –ma non si limita ad esse– incursioni musicali con nomi enormi del panorama internazionale (Bob Dylan, George Harrison, Jerry Garcia…) e lezioni di vita e di musica dal leggendario Reverendo Gary Davis, importantissimo e influente chitarrista blues che lo prese sotto la propria ala considerandolo come un figlio.

La maestria di Bromberg nel suonare diversi strumenti a corda –quali la chitarra, il violino, il mandolino e il dobro– in molti stili diversi è leggendaria, al punto da portare Dr. John a dichiararlo “un’icona americana”. Ebbe anche un ruolo fondamentale nella realizzazione dell’album di John Hartford “Aereo-Plain” (1971), al punto da essere considerato coinventore di un nuovo genere musicale rappresentato in questo disco, il Newgrass.

Arriva quindi un suo periodo di esilio auto-imposto dalla propria passione (1980-2002), durante il quale divenne un esperto e rinomato violinista e l’ambasciatore culturale di Wilmington, nel Delaware.

L’esilio si è concluso con un trionfante ritorno alla musica: si ha così una meravigliosa storia che riporta ancora in un solo posto, il blues.

Con il recente “The Blues, the Whole Blues, and Nothing but the Blues”, sua prima pubblicazione con la Red House Records, Bromberg e il pluri vincitore di Grammy, produttore e accompagnatore Larry Campbell, si sono concentrati sulla musica che David scoprì al liceo, quando negli ultimi anni ‘50 fu introdotto alla collezione di vinili blues a 78 giri del padre di un amico. Lui prese in mano la chitarra solo come un modo per passare del tempo mentre era a letto con il morbillo. “Amavo moltissimo quei dischi” dice David “Li registrai su un registratore a bobine portatile, così da poterlo ascoltare a casa ed imparare”. Questo suo amore è evidente in “The Blues, the Whole Blues, and Nothing but the Blues”. L’album può essere visto sia come un manuale, un’introduzione al blues, sia come l’occasione per poter ascoltare un maestro che in modo personale tratti questa musica con grazia e passione.

“Esistono moltissimi tipi diversi di blues” nota Bromberg “noi abbiamo deciso di cominciare con il blues delle origini (‘Walkin’ Blues’ di Robert Johnson), ma c’è anche il country blues (‘Kentucky Blues’) o il blues influenzato dall’esperienza gospel (‘Yield Not’)”.

 Bromberg, a sua volta un tempo turnista, è ben felice di dare spazio alla sua corte di musicisti che lo seguono da molto tempo nei suoi tour ed incisioni: Butch Amiot (basso), Josh Kanusky (batteria), Mark Cosgrove (chitarra), Nate Grower (violino), and Peter Ecklund (cornetta). Un altro artista molto importante per David Bromberg è Larry Campbell, per lui produttore, arrangiatore, polistrumentista, compagno alla corte del Reverendo Gary Davis e vecchio amico. Fin dal loro incontro ufficiale nei primi anni ‘80, le loro strade si sono incrociate più volte. Hanno finalmente lavorato insieme nello studio di Levon Helm per il ritorno di David nel 2013 con l’album “Only Slightly Mad”. “Lui voleva fare un album in stile ‘Chicago blues’” dice Larry “ma poi abbiamo deciso di ricordare alla gente ciò che lui sapeva fare meglio di ogni altro: tutta la gamma del genere ‘Americana', tutto il ‘Bromberghismo’. E abbiamo ottenuto molti nuovi fan. Per quest’album abbiamo deciso di tornare al blues e fare uso del vastissimo vocabolario musicale di David in tutte le sfaccettature del genere”.

Il lavoro di Bromberg come chitarrista resta qualcosa di unico; gli assoli di chitarra elettrica amplificata -anche con la tecnica slide- e il suo fingerpicking acustico delicatamente potente spingono queste canzoni con la stessa forza che lo hanno reso il musicista da scegliere in dischi di artisti che spaziano dagli Eagles a Link Wray, fino a Phoebe Snow. David può suonare in scioltezza il blues nello stile di Chicago con “You Don’t Have to Go” (un suo pezzo originale) per poi passare a delle inflessioni jazz in “A Fool for You” di Ray Charles, reso qui intimamente personale.

Nonostante ciò Bromberg dice di non essere più lo stesso chitarrista che era prima dei vent’anni trascorsi lontano dal palcoscenico e dal registrare. “Suono in modo diverso” dice “Non posso più suonare velocemente come prima ma, suonando più lentamente, questo mi dà più tempo per pensare a quello che sto facendo”.

“È sempre in grado di entrare nello spirito di una canzone” dice Campbell. “E’ estremamente creativo come musicista. A volte le restrizioni posso rivelarsi positive”.

Gli ascoltatori possono effettivamente accorgersi di ciò questi anni hanno dato a Bromberg nello stile un po’ spartano e acustico di “Delia”. Bromberg aveva originariamente deciso di omettere questo pezzo del suo omonimo disco di debutto nel 1972 – un brano live solo di chitarra con un piccolo intermezzo parlato. La nuova versione vede Bromberg e Campbell insieme in studio, rivisitando l’arrangiamento di Bromberg per il live in previsione del tour che i due talvolta fanno insieme. È ipnotizzante, con tutta la solennità che solo l’esperienza può portare. “Io e Larry abbiamo suonato molto ‘Delia’” dice David “adoro ciò che lui ci ha fatto”.

I fan di lunga data noteranno un’altra differenza: la voce di Bromberg; lui canta sul serio. Le parti cantate coprono un’ampia gamma interpretativa: testimonianza appassionata, carica di vibrato, urla soul che fanno saltare dal banco; morbido, fiducioso, cantilenante; e, naturalmente, le sue impareggiabili pillole d’autore (soprattutto in “You Been A Good Old Wagon”). “La prima volta che cominciai a cantare” dice Bromberg “era una cosa che facevo soltanto tra gli assoli di chitarra ma, nel periodo in cui mi esibivo molto raramente, ho preso qualche lezione di canto e ora sono molto più consapevole di quello che sto facendo. Adoro cantare adesso. Lo amo.”

Anche Larry Campbell fu molto impressionato dall’aggiunta del cantato. “È migliore adesso come cantante di quanto lo sia mai stato” dice “E’ forte, e presente. Nessuna delle canzoni ha avuto bisogno di più di tre take. E lui è capace di prendere ‘900 Miles’ [una “canzone da ferrovia” fatta diventare famosa da Odetta e Woody Guthrie], una vecchia canzone folk e trasformarla in un blues elettrico che, secondo me, è veramente una delle vette dell’album,”

Sebbene resti il proprietario dell’amato “David Bromberg Fine Violins” a Wilmington in Delaware. -“Amo il mio negozio” dice – Bromberg trova il tempo per andare in tour con il suo quintetto e propone tutte le canzoni dell’album “The Blues, the Whole Blues and Nothing But the Blues” (tranne “Yield Not,” che richiede un coro). Come sempre, lui porta nei suoi concerti la sua caratteristica intensità e devozione alla musica, mettendo in scena il suo sorprendente terzo atto con tutta la stessa passione che provava da ragazzo ascoltando quei 78 giri blues, appena prima che la sua strada lo chiamasse.

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