Anders Osborne

Anders Osborne

Sono le grandi doti come chitarrista, l’inventiva musicalità e la sua capacità di creare testi poetici che hanno permesso ad Anders Osborne di diventare, nel corso della sua trentennale carriera, uno dei musicisti più apprezzati e celebrati da pubblico e critica.

 Le sue incredibili doti di song-writing risuonano anche nelle note dei musicisti per i quali ha scritto, come nell’album “Slow Down” di Keb’mo – che nel 1999 vinse il Grammy dedicato a miglior Album Blues Contemporaneo – o nelle cover che i suoi colleghi Brad Paisley, Jonny Lang e Aaron Neville hanno fatto delle sue canzoni. Senza ovviamente tralasciare tutti gli artisti coi quali ha condiviso lo studio o il palco, da Derek Trucks a Warren Haynes, passando per Phil Lesh dei Grateful Dead a Jackie Greene. I suoi brani sono apparsi in tv, come colonna sonora, ed è stato acclamato dalla stampa di USA Today, Guitar Player, Relix, Offbeat e tante altre testate.

 Quando Anders Osborne compone, riflette attentamente sui dilemmi esistenziali che tutti ci troviamo ad affrontare. Da un lato, gli esseri umani fanno del bene ma sempre – sostiene Osborne – dietro l’aspettativa di una gratificazione personale. D’altra parte, desiderano fama e ricchezza ma cercano di nascondersi dietro un’apparente umiltà. Questo contrasto e questa insofferenza, si traducono nelle parole delle sue canzoni: “I testi devono essere veri, colloquiali ed edificanti, accompagnati da suoni puliti, classici e forti al tempo stesso. Questo è quello che cerco di ottenere quando scrivo”.

 Un poeta dei tempi moderni che ha scelto la musica come mezzo per esprimere ciò che ha dentro, come testimoniano i suoi ultimi lavori discografici “Buddha and the Blues” del 2019 e “Orpheus and the Mermaids” scritto in piena pandemia.

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